Giorgio Strehler (Barcola, Trieste 14 agosto 1921-Lugano 25 dicembre 1997), personalità mitica nel panorama teatrale italiano è uno dei più grandi teatranti del Novecento che insieme a Luchino Visconti ha legittimato la regia come forma d’arte.
Ha vissuto una feconda stagione artistica durata mezzo secolo che l’ha visto protagonista del rinnovamento del teatro ma anche attivo interprete dei bisogni sociali e politici dell’Italia dal periodo del dopoguerra agli anni Novanta.
Trieste lo vuole ricordare nuovamente tramite una mostra speciale, allestita al Museo Teatrale Carlo Schmitt (presso il Palazzo Gopcevich), visibile fino al 2 marzo. Questa straordinaria esposizione, intitolata Strehler privato: carattere, affetti, passioni è stata fortemente voluta, e curata con intelligenza, da Roberto Canziani.
In mostra si possono ammirare alcuni reperti, come libri, lettere, foto, giochi infantili, quaderni, disegnini, i suoi numerosi dischi, la sua voce registrata, la sua immagine in movimento, la sua firma ripetuta all'ossessione, le dediche amorose alla prima moglie Rosita Lupi. Queste rappresentano soltanto una piccola parte del Fondo Strehler che è stato donato dalle sue eredi al Museo che lo conserva e che lo ha catalogato e ripristinato.
Nelle sale riecheggia la voce di Milva mentre racconta il suo rapporto con il Maestro, quella di Ornella Vanoni e di Valentina Cortese. Le immagini proiettate sono quelle di "Albergo dei poveri" del 1947, ma anche quelle dedicate ai suoi miti di sempre, da Brecht a Reinhardt.
Un Giorgio Strehler per la prima volta a nudo, coi suoi pensieri, i suoi tormenti e le sue passioni. Da non perdere.
Info: 040.6758114
www.triestecultura.it
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